Nel commercio nessuno ti regala nulla, nemmeno quando credi di meritarlo o quando pensi abbia un senso staccato dal mero commercio. Se un commerciante ti fa un regalo ha un motivo ben preciso dietro, che sia una vendita futura o un semplice tentativo di affiliazione, che con certezza quasi matematica non è l’amore per il prossimo. In tutto questo non c’è una colpa o un atteggiamento maligno, il commercio è questo, il problema è pensare che sia altro.
Uno dei modi più efficaci per misurare l’intelletto dei propri clienti, da parte dei commercianti, sono gli sconti.
Nonostante uno sconto, specie in periodo di Black Friday, possa sembrare una cosa normale, di fatto mette in evidenza un concetto a cui non tutti pensano troppo: se ora lo stai vendendo a meno, il prezzo di prima da cosa era giustificato? Una domanda che può far venire i brividi ai commercianti perché di fatto la risposta è talmente ampia che può oscillare sia dalla parte di un ottima giustificazione sia da quella di una pessima figura.
Viviamo un periodo dove per antonomasia tutti, o quasi, si proclamano fuori dal sistema, indipendenti da logiche volte a guidare la vita altrui comandandola come fosse una marionetta. Tutti ci sentiamo intelligenti e per niente stupidi, senza pensare a quante cose stupide compiamo e a quanto lo facciamo in modo talmente trasparente da renderlo palese. Gli sconti ti aiuteranno a comprendere bene questo concetto.

Più persone ricevono le curiosità più è alta la possibilità che le condividano.
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Quanto posso approfittarmi di te?
Una domanda che se avesse una risposta precisa diventerebbe un metro di misura per le più maligne campagne marketing e piani commerciali. Di fatto però una risposta col tempo sembra essersi palesata e risiede proprio negli sconti. Durante la stagione degli sconti in molti approfittano dei prezzi ribassati per fare acquisti. Penserete che sia una cosa logica, e di fatto lo è. Quello che non ci si chiede con fermezza è: come giustifichi il guadagno dal prezzo precedente?
Cioè, se oggi mi fai il 50% di sconto, vuol dire che ieri te ne stavi approfittando di guadagnare un 50% in più?

Le giustificazioni di fronte agli sconti sono solitamente le seguenti:
Vendo al prezzo di costo, quindi di fatto non ci guadagno nulla
Non è più di moda o l’ultimo modello, per questo lo svendo a quel prezzo
Abbiamo fatto molta scorta e possiamo permetterci di vendere a questo prezzo
Devo svuotare i magazzini
Provo a recuperare un po di soldi
Di fatto i ricarichi messi su articoli di abbigliamento, ad esempio, fanno impallidire. Se non ci credete provate a chiedere una fattura di acquisto di un prodotto come una felpa appena uscita o un paio di jeans e poi confrontatela con il prezzo di vendita, sopratutto se il negozio non è un franchising o una grossa catena. Se avere un negozio ti porta a guadagnare molto di più che a lavorarci solo all’interno, un motivo ci sarà. Fin qui, nessuna colpa, di fatto i commercianti attuano una strategia che attecchisce in modo trasparente. Gli sconti la rendono semplicemente ancora più palese.
Ma come misuri quanto approfittarsi, commercialmente, di una persona? Dall’affluenza agli sconti.
Sembra assurdo ma cosa succede se analizzo l’affluenza agli sconti? Di fatto misuro il desiderio dei clienti nei confronti di un prodotto commerciale. Più persone ne approfittano, più il desiderio e alto, più margine ho di giocare con il prezzo certo di avere sempre l’attenzione altrui.
Durante gli sconti vince il cliente poiché il prezzo viene reso il più appetibile possibile e si lavora sulla quantità delle vendite e non sui ricarichi. Si punta quindi a vendere il più possibile per guadagnare quello che durante tutto il resto dell’anno avresti guadagnato con molte meno vendite (ma ricarichi molto più alti). Ma quanto durano gli sconti? Il tempo di misurare il desiderio e svuotare i magazzini liberando spazi per nuovi oggetti del desiderio da vendere a prezzi ricaricati all’estremo. Semplice, funzionale e chiaro.
Quanto costa la tua dignità da consumatore? La risposta è nel prezzo d’acquisto. Se oggi approfitterai di un prezzo “scontato” (ma di fatto equo in molti casi poiché non porta il commerciante a perdere ne a guadagnare eccessivamente) intorno alle 10€, ad esempio, domani accetterai che costi 15€ o addirittura 20€, non perché sei stupido, ma perché lo desideri fortemente. Ai commercianti non importa sapere quanti soldi hai in tasca ma quanti sei disposto a spenderne, è ben diverso, sopratutto dopo che è nata la possibilità di pagare a rate.
Di fatto, gli sconti durano spesso quanto le scelte estremamente intelligenti, ovvero troppo poco. Per tutto il resto del tempo stai agendo secondo regole che tu stesso hai dettato con le tue azioni. Se si desiderano prezzi equi tutto l’anno basta non approfittare degli sconti e scegliere chi ha sempre un prezzo equo.