
C’è stato un periodo storico dove le donne non dovevano essere toccate davvero nemmeno con un fiore. Era già tanto se potevi guardarle e a volte nemmeno quello. Alcune culture religiose portano ancora avanti queste usanze, nascondendo il corpo della donna quasi completamente.

Come faceva un medico a visitarti se non potevi ne farti vedere, ne toccare?
Agli inizi del 1400, durante il periodo della dinastia Ming in Cina, i medici cominciarono a usare un metodo rivelatosi poi efficace per i secoli a venire: le bambole d’avorio.

Se era vietato toccare le donne o vederle in punti dove non era permesso nemmeno posare gli occhi, la soluzione sarebbe stata quella di “sostituire” il corpo della donna nella visita con quello di una bambola. Vennero prodotte così le prime bambole d’avorio rappresentanti donne sdraiate. Il loro utilizzo era semplice: la donna entrava nello studio medico senza farsi vedere in viso, sedeva poi dietro una tenda di bamboo e da una fessura mostrava il suo polso (le mani erano coperte da guanti) e con la mano indicava il punto interessato servendosi della bambola.
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Il medico riusciva così a tirar fuori una diagnosi basandosi principalmente su tre fattori: la dimensione del polso e la misurazione dei battiti, le informazioni acquisite in forma verbale con la paziente e le indicazioni sulla bambola.

Questo metodo era usato anche dalle donne nobili che non si disturbavano nemmeno a recarsi presso lo studio medico, mandando al loro posto una donna della servitù con le istruzioni, indicate sulla bambola, sul problema di salute. Una roba tipo <<vai dal medico e digli che mi fa male qui, qui e qui>>.
Il metodo delle bambole d’avorio ha smesso di esistere ufficialmente agli inizi del 1900, anche se non si esclude sia ancora in uso nei villaggi cinesi remoti che ancora conservano questo tipo di usanze.
