Che l’uomo si sia sempre servito degli animali è un dato di fatto. Che molti non capiscano che il “servirsene” di fatto può essere anche benevolo, almeno nelle intenzioni, è un altro dato di fatto. Ci serviamo degli animali per tutto, per sentirci meno animali, per sentirci in compagnia, per nutrirci. Usiamo gli animal con la stessa energia con cui usiamo la natura stessa, è inevitabile.

Tra gli usi meno conosciuti, come i cani che venivano fatti soffocare nella grotta a Napoli, troviamo quello che meno ci saremmo aspettati, in quanto molto trash se visto da un’ottica moderna.

Animali gonfiati per essere usati come materassini, o vere e proprie barche, capaci di attraversare i fiumi

Questa tecnica non è molto conosciuta in quanto di fatto appartiene a quel mondo che non aveva ancora conosciuto testimonianze di tecnologie e civiltà alla base della nostra storia, come popolo.

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All’inizio del 1900 un insegnante americano, viaggiatore e fotografo, James Ricalton, andò in India e documentò la cultura e i costumi dei nativi attraverso la fotografia. Una volta, mentre visitava alcuni villaggi remoti sulle colline del Punjab nella parte inferiore dell’Himalaya, si imbatté in uno spettacolo insolito, che catturò con la sua macchina fotografica. Questo era ciò che gli apparve d’aventi agli occhi.

animali gonfiati
Alcuni Indiani intenti a gonfiare le pelli dei vitelli così da essere usate come galleggianti.

Nonostante sembrasse tutto davvero molto strano, decise di approfondire intervistando quegli uomini intenti a gonfiare le loro barche fatte con la pelle di vitello, in quel caso. Da questa breve intervista vennero fuori i suoi appunti che meglio di ogni altra cosa spiegano nel dettaglio tutto quello a cui stava assistendo.

Si tratta di una ventina di miglia da Nadera, nella regione collinare del Punjab. Il fiume di montagna qui è profondo e veloce; piogge intense trasformerebbero questo torrente in un torrente ferocemente impetuoso.

Questi uomini sono indigeni nei loro abiti consueti, e gli oggetti dall’aspetto piuttosto orribile con cui sono occupati sono le pelli del bestiame, cucite strettamente e gonfiate con l’aria finché possono essere usate come enormi salvavita. Due degli uomini che vedete, sono ancora al lavoro con le loro “barche”; hanno delle corde pronte per legare l’estremità della pelle quando è sufficientemente distesa.

Un altro ha gonfiato perfettamente il suo vitello e sta portando la sua pelle giù per la sponda rocciosa; è ingombrante ma naturalmente molto leggero e relativamente facile da maneggiare.

Quando sono pronti per iniziare, ogni uomo si getterà su una delle pelli gonfiate, usando il suo piede da un lato e una corta pagaia dall’altro lato per spingere la strana imbarcazione. Se il suo equilibrio non è perfetto, ovviamente, l’imbarcazione si ribalta e lui ottiene un chinarsi, ma la pratica rende abile, e, di fatto, piccoli carichi di merci e persino passeggeri vengono traghettati in sicurezza. Se devono essere presi in consegna più passeggeri, è consuetudine che due “barche” inizino fianco a fianco, i passeggeri sui diversi galleggianti si afferrano l’un l’altro per aiutare a bilanciare la nave queer.”
James Ricalton

La scoperta di Ricalton di fatto mette alla luce un mondo che era da sempre conosciuto, solo che non aveva mai avuto il giusto risalto, anche nei libri di storia. Si scopre infatti che gli animali gonfiati e usati come imbarcazione, in questo caso erano vitelli ma variano a seconda della posizione del mondo in cui ci si trova, non è qualcosa di strettamente legato all’India, bensì è un metodo dalle radici antichissime.

animali gonfiati
Questo bassorilievo testimonia come gli Assiri già utilizzassero questo metodo per muoversi più velocemente nei fiumi o per trasportare materiale.

Ma come venivano preparati gli animali da gonfiare e usare come barche?

Per rispondere a questa domanda vi riporto la testimonianza di un altro esploratore, William Moorcroft, raccontata da James Hornell nel libro Journal of the Royal Anthropological Institute of Great Britain and Ireland del 1942

Dopo aver tagliato la pelle intorno a ciascun ginocchio, viene praticata una lunga incisione nella parte posteriore di una zampa posteriore, che si estende fino al ginocchio; attraverso questo la pelle viene gradualmente scorticata. Una volta staccata, la pelle viene piegata, raccolta e seppellita per alcuni giorni, per consentire alla decomposizione di procedere sufficientemente per poter strofinare via i peli a mano o con un coltello di legno smussato. Rovesciate, le aperture naturali (bocca, occhi, ecc.) vengono poi cucite. Infine viene risvoltato di nuovo e l’incisione principale cucita con cinghie di cuoio grezzo. L’estremità aperta di tre gambe è ora legata, la quarta viene lasciata aperta per fungere da tubo per gonfiare la pelle. Il catrame sottile di deodar o altro pino viene quindi versato nella pelle e agitato fino a quando la superficie interna non ne è completamente impregnata.

Animali smembrati, ricuciti e gonfiati per galleggiare. Ecco le barche fai da te nell'antichità
Uomo che rema un tricheco gonfiato o una pelle di foca, disegnato da George Lyon c. 1830.

Quando viene gonfiata, la pelle di un toro sembra assurdamente come un enorme orso glabro. Un cane non abituato alla vista ringhia spesso e mostra segni di disagio. Altrettanto strana è la vista di un uomo che porta sulla schiena quello che sembra essere un animale tre o quattro volte il suo stesso peso e la sua mole.

Le bucce vengono mantenute asciutte quando non vengono utilizzate frequentemente; quando si vogliono nuovamente necessitano di una preventiva ammollo in acqua per renderli sufficientemente morbidi ed elastici per essere soffiati. Di solito un tubo a lamella viene inserito nell’apertura della gamba per far passare il gonfiatore.

Animali smembrati, ricuciti e gonfiati per galleggiare. Ecco le barche fai da te nell'antichità

Le barche fatte da animali gonfiati e galleggianti erano un bel vantaggio in termini di tempi di realizzazione e versatilità. Non mancava mai la materia prima per produrle, erano leggere da trasportare e in più potevano essere usate anche insieme, bastava legarle.

Un esempio perfetto sono le zattere ottenute in Cina proprio con questo procedimento. Ecco una zattera, fatta da animali gonfiati, adibita al trasporto della lana.

Animali smembrati, ricuciti e gonfiati per galleggiare. Ecco le barche fai da te nell'antichità
Gli animali venivano trasformati in delle boe giganti praticamente. In questo caso in Cina gli animali gonfiato sono stati legati assieme ottenendo una vera e propria mega zattera, più flessibili (e quindi anche più comoda da trasportare) delle zattere in legno.

Quando ti chiedi se sei una brava persona, sappi che la risposta dipende date, quello che invece non dipende da te è essere vivi grazie all’evoluzione dell’uomo su questa terra, un evoluzione che ha compreso anche questo: scorticare un animale per trasformarlo in un materassino gonfiabile. Non era per divertimento che si compieva un atto simile, ma per necessità, la stessa necessità che dovremmo avere tutti nel capire che altro non siamo che animali e che altro non necessitiamo che della natura che ci circonda. Usarla è indispensabile, usarla con intelligenza dovrebbe essere la nostra specialità da umani.

Fonte: Reddit