Anche se viviamo in un periodo storico dove il moralismo sembra governare (in tutti i sensi) sappiate che ci sono artisti che non hanno mai smesso di portare avanti un tipo di arte chiamata Black Humor, riconosciuta per la prima volta nella storia nel 1935 e conosciuta da noi come umorismo nero.

L’umorismo nero consiste nel realizzare fumetti, vignette o i moderni meme che siano un’espressione vicina alla satira ma che si distingue da essa per la volontà di trattare temi che vengono considerati da tutti come troppo delicati, come ad esempio la morte.

Gli artisti che realizzano opere di black humor devono perennemente scontrarsi contro tutti coloro che, pubblicamente, gridano frasi del tipo “su questo non si scherza”, anche se poi nel privato della loro scatola cranica potrebbero fare anche di peggio.

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Effettivamente nel black humor il confine tra satira e offesa è labile, superabile solo dall’intenzione dell’autore di lanciare un messaggio che va ben oltre la permalosità o la sensibilità di chi guarda le sue opere.

Oggi vi voglio presentare i fumetti di Rémi Lascault che spesso e volentieri cadono nel black humor.

Il suo stile è davvero divertente e semplice. Fumetti semplici che sembrano essere quasi schizzi, sempre illustrati in soli quattro passaggi, rappresentano ogni volta lo stile minimale dell’autore, messo in opera sia sui disegni che sul concetto che esprimono.

A me Rémi piace particolarmente. Ecco alcune dei suoi fumetti, soffermatevi il tempo necessario per capire la battuta che c’è dietro se necessario, non tutte sono comprensibili velocemente.

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