Nel corso della storia, per storiche ragioni, molte persone sono morte perché condannate per una qualche causa. Fin qui nulla di strano. Sono esistiti però anche dei casi di esecuzioni postume, ovvero persone che sono state riesumate e condannate o bruciate, quindi ipoteticamente sono state ammazzate due volte.
Ma perché un atteggiamento simile?
Sarà colpa dell’odio provato verso essi e sopratutto dell’esempio da dare a chi era ancora in vita. I personaggi che hanno subito un’esecuzione postuma erano quasi sempre rivoluzionari, nobili e uomini di potere.
Il primo personaggio è già celebre tra le pagine di Novabbè. Il suo nome era Formoso ed era un Papa, ne parliamo qui della suo bizzarro processo post morte.
Oliver Cromwell

Nobile inglese, morì nel 1658 per una grave infezione alle vie urinarie. Nel 1661, tre anni dopo la sua morte, fu riesumato per essere processato e condannato nuovamente a morte. Il metodo scelto fu l’impiccagione. Ovviamente il suo corpo era già in avanzato stato di decomposizione , così fu elementare che la sua testa si staccasse facilmente e diede la possibilità ai suoi carnefici di impalarla e lasciarla esposta per anni, come un trofeo. La testa di Oliver, dopo anni passati tra proprietà di nobili e gente con particolari gusti, ha trovato pace e sepoltura solo nel 1960.

La sua colpa fu quella di aver dato una grossa mano a spodestare Re Carlo, così una volta tornato al potere, il Re fortemente arrabbiato con lui e ancor più in collera per la sua morte (avrebbe sicuramente voluto ucciderlo lui) lo fece riesumare e giustiziare.
L’odio è come l’amore, può cose impossibili.
Gilles Van Ledemberg
Arrestato nel 1618 con l’accusa di aver creato disordini in un periodo di tregua tra l’Olanda e la Spagna , Gilles pensò bene di suicidarsi in prigione con la convinzione che in quel modo avrebbe risparmiato la condanna e la sicura impiccagione. Indispettiti dal suo gesto, i giudici decisero di imbalsamare il corpo in attesa del responso del processo. Ritenuto colpevole venne impiccato alla forca.

La particolarità stava nel modo in cui venne fatto. L’impiccagione avvenne all’interno della bara, per risparmiare a chi assisteva il macabro spettacolo. Quando dalla giustizia non si scappa davvero. Un gesto senza senso per i morti, ma con un chiaro messaggio per i vivi.

John Wycliffe
Fu uno dei sacerdoti più influenti della Chiesa Cattolica. Portò sempre alta la bandiera della sua battaglia contro il potere dl papato, l’adorazione dei santi, i pellegrinaggi e tutte quelle usanze lontane dalle scritture della Bibbia. John credeva che per seguire Cristo e il su insegnamento bastava seguire gli insegnamenti della Bibbia senza far della Chiesa un potere fisico e non spirituale.

Morì nel 1384. Fin qui tutto normale. Nel 1415 però il Consiglio di Costanza dichiarò le parole e gli scritti di John Wycliffe eretici e vietati, da distruggere quanto prima possibile. Assieme alle sue parole venne distrutto anche il suo corpo, ormai ridotto alle ossa in quanto venne riesumato nel 1428. Le sue ossa vennero bruciate e le ceneri sparse nel fiume così che di lui non rimanesse più nulla, ma si sa che le idee non muoiono mai, anzi, se trattate in questo modo, hanno motivo di vivere ancor di più.
