Quando si dice la speranza è l’ultima a morire forse ci si riferisce a quanto proprio la speranza possa essere l’arma con cui combattere la morte.
Intorno al 1950 Curt Richter, un professore universitario, condusse un esperimento all’apparenza molto crudele ma pur sempre utile a capire come si comporta il cervello quando viene condizionato in una situazione di sopravvivenza estrema.
È bene ricordare che tra il cervello di un topo e un cervello umano c’è una differenza enorme (salvo alcuni casi davvero disagianti che fanno credere il contrario). Uno studio simile quindi non è una palese e insindacabile dimostrazione ma un punto di partenza sulla quale approfondire.

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In cosa consisteva l’esperimento di Curt Richter?
Il professore selezionò una decina di topi, poi li mise in dei cilindri pieni per metà d’acqua. Un cilindro per topo. Li lasciò nuotare all’interno notando come tutti, dopo circa 15 minuti, si arrendessero al fatto di non poter più uscire e annegassero.
Una volta studiato il comportamento e constatati i tempi il professore decise di “salvare i topi” poco prima che annegassero, tirandoli letteralmente fuori dall’acqua e asciugandoli.
Una volta asciutti, i topi vennero rimessi nuovamente nel cilindro. Ci si aspetterebbe che dopo 15 minuti siano nuovamente in pericolo di vita e si arrendano nuovamente, e invece no.
I topi, dopo essere stati salvati una volta prima di annegare, mostrarono di resistere fino a 60 ore.

Si avete letto bene. Il pensiero di poter essere salvati aveva aumentano spropositatamente la loro possibilità di sopravvivere con tutto ciò che è annesso.
Un esperimento si crudele ma che dimostra una teoria davvero utile.
In fondo, quando si parla di crudeltà sugli animali, bisognerebbe rivolgere un piccolo pensiero anche al fatto che un semplice guinzaglio è di fatto un limite alla vita. Ora, se si vuole fare una gara alla crudeltà sicuramente non ci azzecca nulla il guinzaglio messo a un cane o un gatto chiuso in casa per tutta la vita con gli esperimenti di laboratorio, però è sempre utile pensare al fatto che prima di puntare il dito accusando la crudeltà altrui, bisognerebbe riflettere molto bene sulla propria e sopratutto sull’utilità collettiva delle proprie azioni.
Se ci pensate bene anche la religione è un modo per dare una speranza così da affrontare la vita con più forza. Quanti martiri religiosi hanno sacrificato la loro vita convinti di una salvezza nell’aldilà? Non è proprio lo stesso concetto ma è tremendamente simile.
A questo punto direi che la versione corretta del detto “La speranza è l’ultima a morire” potrebbe essere “La speranza è l’ultima a farti morire”.
Fonte: worldofwork.io