Vende di più un prodotto buono o un prodotto che sai quanto sia buono o meno? Domanda strana, provo a rifarla. Vende di più qualcosa buono di suo o qualcosa di cui conosci la bontà? Ecco il trucco del successo di molte catene di fast food sta proprio in questo, farti assaggiare un loro prodotto, fartelo piacere quel minimo che basta per acquisire la tua fiducia per poi ricordarti che puoi ritrovarlo ogni volta che vuoi, dove vuoi, quando vuoi, velocemente.
Si chiama fast food non solo perché lo mangi e lo prepari velocemente, ma anche perché lo ordini e lo ricevi con altrettanta velocità. Il trucco è proprio li, coccolare l’idea di ritrovare lo stesso sapore e non farti attendere, mai. Il tempo è un lusso e lasciarti la sensazione di risparmiarlo è un ottima tecnica di marketing per farti sentire importante, almeno nel momento dell’ordine.
Nel 2002 un forno di Altamura, capitanato dalle saccenti mani del fornaio Luca DiGesù, cominciò a realizzare quella che è stata un’impresa unica in Italia: battere il McDonald’s.

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Lo dimostrò anche Ulisse con i suoi viaggi, ogni difficoltà, ogni cattivo ha un punto debole sulla quale colpirlo. Tutto sta nel riflettere molto bene prima di sferrare l’attacco. L’osservazione è più necessaria della forza in guerra, ecco perché personaggi come Sun Tzu sono diventati icone nel tempo, perché hanno saputo osservare prima di combattere.

Ma come ha fatto Luca Digesù, panettiere, a lasciare il McDonald’s in mutande?
Ha semplicemente applicato il buon senso al mercato. In pratica quando nel 2001 McDonald’s decise di aprire un ristorante ad Altamura, un panettiere del posto, Luca Digesù, grazie anche al consiglio di persone vicino a lui e ben intenzionate a difendere l’economia e i sapori locali, aprì un forno esattamente affianco al McDonald’s, sfidandolo come un vero e proprio duello.
L’intenzione era quella di dimostrare, a suon di vendite, quanto fosse stata una scelta di merda quella di aprire nel regno del buon cibo. Perché da Pugliese posso garantirvi una cosa, qui tutto si può dire che manchi meno che la buona cucina, quella è presente in Puglia come la nebbia in pianura Padana. Fa parte del paesaggio proprio. In Puglia anche chi si sazia di respirianesimo ha soddisfazione.
Come accennato nell’introduzione, il segreto di una catena di fast food per attirare i suoi clienti è molteplice:
- Garantisce la bontà del prodotto e il suo sapore mantenendolo uguale per ogni punto vendita
- Offre un servizio veloce dove mangi poco dopo essere entrato
- Mantiene dei prezzi fissi applicati a prodotti fissi. A differenza di una bottega artigianale, quando si acquista un menù a un certo prezzo la quantità di cibo è sempre rispettata. Il forno artigianale spesso ha molti prezzi espressi in Kg, cosa che una mente pigra odia in quanto non riesce a regolarsi quanto spenderà. Nel dubbio si evita il dubbio stesso e si verte verso qualcosa di specifico.
- Allega alla propria attività di marketing un’attività di affiliazione al marchio continua. È distinguibile e sai di trovarlo ovunque. Se ad esempio a Genova invece di esserci 50 focaccerie diverse per quartiere, ci fosse un solo marchio che ne garantisse prezzo e qualità, sono sicuro che i fast food durerebbero molto meno. Immaginate di poter prendere con 7.99€ ad esempio un cono di frisceu, un pezzone di focaccia al formaggio e il chinotto di Savona. Sarebbe un affare no? Quando vedreste quel marchio in giro per la città avreste la garanzia di un menù che vi conviene. Semplice e addirittura banale.

Ad Altamura poi furono ben più perfidi in quanto una volta presa la focaccia barese non era raro vedere interi gruppi di giovani andare a consumarla direttamente di fronte al McDonald’s, vuoto nel frattempo.
La vicenda ha ispirato anche un docufilm intitolato “Focaccia Blues”, con protagonisti come Lino Banfi, Renzo Arbore, Michele Placido e anche Nichi Vendola.
Da oggi sapete che è possibile sconfiggere una multinazionale affidandosi al buon senso e all’osservazione. Quando vi ritroverete in difficoltà, vi basterà sfogliare il libro e dire: Sun Tzu pensaci tu.
Avevi già scoperto l’artista che crea quadri con la focaccia?