Nel 1988 in Gran Bretagna avvenne un caso che manderebbe in confusione anche il migliore dei filosofi. Un caso che ha al centro il concetto di fortuna, anche se matematicamente oltre ad essere irripetibile, al contrario di quanto accaduto garantirebbe la morte in primis. Si perché se ti spari in testa, muori. Del protagonista di questo caso si conosce solo in nome, George.

George all’epoca dell’accaduto era una ragazzo di 19 anni affetto da un disturbo ossessivo compulsivo che lo obbligava a lavarsi le mani centinaia di volte al giorno, oltre alle decine di docce. George non riusciva a non farlo, era un continuo ed un inferno allo stesso tempo.

A causa di questo problema onnipresente nella vita di George, fu costretto a lasciare sia la scuola che il lavoro, vivendo chiuso in casa tenuto segregato dal suo disturbo ossessivo compulsivo. Immaginate di vivere tutto il giorno con la sensazione di essere sporchi. Vi lavate e rilavate di continuo, senza mai risolvere quella imperante sensazione che si trasforma in un disturbo impossibile da sradicare.

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Un giorno George, esasperato, prova a morire sparandosi in testa.

“George era anche molto depresso e disse a sua madre che la sua vita era così miserabile che avrebbe preferito morire”, ha raccontato il dottor Solyom. “Ha detto: ‘Allora guarda George, se la tua vita è così miserabile, vai e sparati.’ Così George è andato nel seminterrato, si è infilato in bocca un fucile calibro 22 e ha premuto il grilletto.”. Fonte: New York Times

Si spara in testa per suicidarsi ma il proiettile invece di ucciderlo lo guarisce. La storia di George

Il proiettile si conficca nel lobo anteriore sinistro del cervello e George entra in coma subito. Viene rimosso buona parte del proiettile e i medici sperano che le conseguenze non saranno così devastanti come è naturale aspettarsi. Un’operazione al cervello per un uomo è come riparare la foratura di un gommone di emergenza in piena tempesta oceanica: pericolosissima e senza perdono.

Tre settimane dopo l’intervento George si risveglia e nota di non avere più il suo disturbo ossessivo compulsivo.

Il proiettile aveva danneggiato l’area del cervello responsabile dei suoi comportamenti ossessivi compulsivi.

Rimuovendolo George, tecnicamente, non aveva più problemi. Il gesto che doveva portarlo alla morte lo ha riportato alla vita. Un gesto da non imitare mai in quanto scientificamente irripetibile e, se si spera in un miracolo, bisogna anche preoccuparsi di non lamentarsi poi direttamente con il creatore di un eventuale fallimento. I miracoli non prevedono il rimborso vita quando non funzionano.

Fonte: New York Times