Nella piccola isola di Oknö vicino a Mönsterås, in Svezia, una giovane ragazza di nome Karolina Olsson andò a letto lamentandosi di uno strano dolore ai denti. Da quel momento non si sarebbe svegliata fino a tre decenni dopo, o almeno così dice la storia.

Karolina nacque il 29 ottobre 1861. Era appena andata a scuola da un mese, quando mentre tornava a casa da scuola con i suoi fratelli, lamentò un mal di denti e una sensazione di malessere generale. La sua famiglia sospettava che potesse essere afflitta dalla stregoneria o sotto l’influenza malevola di uno spirito maligno, ai tempi quel tipo di credenze erano più che comuni.

Sua madre le ordinò di andare a letto. Karolina continuava a lamentarsi del mal di denti, ma non aveva altri sintomi. Tuttavia, quando si addormentò, non si svegliò più per decenni.

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Il padre di Karolina era un povero pescatore e non poteva permettersi un medico. Per questo motivo la madre decise di non lasciare sua figlia da sola nemmeno per un minuto, occupandosi di lei da subito e nel modo più completo possibile. Riusciva a nutrirla dandole due bicchieri di latte al giorno, forzandone in un certo senso l’assunzione visto lo stato della bambina.

Alla fine, i vicini hanno chiesto la visita di un medico, che non è riuscito a svegliare la ragazza addormentata stabilendo che fosse in coma. Questo medico continuò a visitarla per un anno, dopo di che scrisse all’editore della principale rivista medica scandinava, sollecitando l’aiuto di altri professionisti nella ricerca di una cura per il continuo stato di sonno di Karolina.

Nel 1892, un medico di nome Johan Emil Almbladh venne a Mönsterås e trasferì Karolina in un ospedale per osservarla.

Durante la degenza in ospedale, le condizioni di Karolina rimasero completamente immutate e durante questo periodo lei si trovava in uno stato di torpore, incapace di parlare e insensibile alle punture e al tatto. Anche il trattamento con l’elettricità risultò inefficace.

Per arrivare ad una soluzione a quel caso davvero singolare, il medico la dichiarò “isterica” e la diagnosi alla dimissione fu di demenza paralitica. La demenza paralitica è un grave disturbo neuropsichiatrico causato dalla sifilide in stadio avanzato. Tuttavia, c’è poco che suggerisca che soffrisse effettivamente di quella malattia. Per questo motivo poteva trattarsi di una diagnosi “di fortuna”.

Dopo aver trascorso un mese in infermeria, Karolina fu rimandata a casa sua.

Karolina Olsson, la donna che ha "dormito" per 32 anni consecutivamente
Karolina Olsson qualche giorno dopo il suo risveglio

Non sarebbe stata visitata di nuovo da un medico fino a dopo essersi svegliata nel 1908, ben 32 anni dopo essersi addormentata.

Durante la sua malattia, Karolina non è stata visitata da uno psichiatra esperto. Questi specialisti erano allora estremamente scarsi e i pochi disponibili erano essenzialmente legati alla sanità mentale statale.

Due anni dopo il suo risveglio, un medico di Stoccolma di nome Harald Fröderström le fece visita e trascorse molto tempo cercando di capire cosa le fosse realmente accaduto.

Fröderström apprese dai due fratelli che in tutti questi anni non avevano mai visto la sorella alzarsi dal letto. Tuttavia, il padre testimoniò che in alcune occasioni l’ha vista gattonare sul pavimento a quattro zampe e in almeno tre occasioni l’ha sentita parlare, una scena che oggi ispirerebbe un film horror al solo pensiero.

Una volta era seduta sul letto e suo padre la sentì gridare: “Buon Gesù, abbi pietà di me!” Poi tornò a letto e si coprì la testa con le coperte.

Se una cosa del genere fosse successa in Italia ai tempi poteva benissimo trasformarsi in una persona degna di beatificazione.

L’unica badante di Karolina era sua madre.

I membri della famiglia avevano l’impressione che Karolina consumasse solo due bicchieri di latte al giorno. Anche se qualcuno le metteva del pane accanto al letto, lei non mostrava mai alcun interesse per esso, anche se aveva una predilezione per le caramelle, ma si asteneva dal mangiarle se osservata. La governante non l’aveva mai sentita pronunciare una parola, ma di tanto in tanto poteva sentire Karolina piangere o lamentarsi.

Karolina veniva spesso lasciata a se stessa mentre la governante e gli altri membri della famiglia si occupavano dei loro lavori agricoli. Tuttavia, la governante occasionalmente notava che alcuni oggetti nella stanza cambiavano posizione quando lei era fuori.

Quando sua madre morì nel 1905, Karolina iniziò a piangere. Questi episodi di pianto persistettero per diversi giorni, ma le sue condizioni generali non mostrarono alcun miglioramento.

Un giorno, il 3 aprile 1908, la governante entrò e trovò Karolina a quattro zampe sul pavimento. Piangeva.

Quando le venne severamente ordinato di andare a letto, chiese: “Dov’è la mamma?”. Quando i fratelli tornarono a casa, lei non li riconobbe. Karolina appariva gravemente denutrita e aveva un pallore che ricordava chi ha sofferto la fame. Nei primi giorni mostrava debolezza, evitava la luce, rispondeva alle domande con esitazione e faceva fatica a muoversi. Sorprendentemente, nonostante le sue condizioni, mostrava un buon appetito e consumava i pasti con entusiasmo.

Karolina ricordava i suoi giorni di scuola e le visite in chiesa, tuttavia non fece domande sul passato o su quanto accaduto durante la malattia. Né chiese della morte della madre. Fröderström scoprì che Karolina aveva un’intelligenza superiore alla media. Sapeva leggere e scrivere e conosceva i nomi del re e della regina del suo paese, ma non riusciva a indicare Stoccolma sulla mappa. È come se durante il periodo di “sonno” avesse comunque avuto l’opportunità di imparare.

Frödeström respinse prontamente il concetto di letargo totale, affermando che sarebbe stato impossibile per Karolina sopportare un periodo così lungo senza morire di fame. Ipotizzò che Karolina avesse subito una forma di psicosi innescata da un evento traumatico. Ciò la portò a ritirarsi sotto le coperte come un modo per proteggersi dalla dura realtà del mondo. Durante questo periodo difficile, la sua devota madre rimase al suo fianco, aiutandola a nascondere il fatto che in realtà non era in letargo.

Familiari e parenti furono portati a credere che fosse in un sonno profondo, quando, in realtà, Karolina rimase pienamente cosciente durante tutta la sua malattia.

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L’affermazione della famiglia secondo cui Karolina ha consumato solo due bicchieri di latte al giorno per 32 anni può essere spiegata solo con la presenza di una fedele badante che ha provveduto con discrezione ai suoi bisogni. Questa badante operava in segreto, all’insaputa degli altri. Il grave deperimento avvenuto dopo la morte della madre può essere percepito come una conseguenza del fatto che Karolina non sia stata alimentata come prima.

Dopo il suo risveglio, Karolina iniziò a condurre una vita abbastanza sana. Morì nel 1950 all’età di 88 anni a causa di un’emorragia cranica.