La perdita di un figlio è il dolore più grande che esista a questo mondo. I figli sono delle vere e proprie estensioni della propria vita, e più questa ci sembra limitata, più l’estensione diventa la pangea di ogni sentimento. Perdere un figlio significa letteralmente perdere tutto, anche se di fatto gli altri ti diranno che puoi andare avanti, non è facile guardare il mondo senza trovare un senso a quella luce.

In Giappone si crede che quando un figlio muore attraverso un aborto, che sia spontaneo o procurato la cosa non cambia.

Secondo la credenza buddista , un bambino che muore prima di nascere non può andare in paradiso perché non ha mai avuto l’opportunità di accumulare un buon karma.

Jizo protegge i bambini abortiti scortandoli in paradiso. Il rituale Giapponese Mizuko Kuyo
Statuette che onorano Jizo

La cosa ha una logica, dato che si va in paradiso accumulando buone azioni, cosa si fa quando non si ha avuto la possibilità di agire? 

Se la cosa vi sembra strana, pensate che le religioni lo sono per antonomasia. Nel Cristianesimo infatti nasciamo direttamente con il peccato originale, i buddisti almeno partono da zero, noi da meno uno praticamente.

Il bambino viene quindi mandato in un luogo chiamato Sai no kawara sulle rive del mitico fiume Sanzu, dove deve impilare all’infinito torri di pietra per espiare il dolore che hanno causato ai loro genitori, morendo prima di nascere. Jizo, che è una figura religiosa, è il guardiano di questi bambini. Veglia su sui bambini morti, li protegge dai demoni e li aiuta a compiere il viaggio verso il paradiso portandoli di nascosto nella sua veste.

Jizo protegge i bambini abortiti scortandoli in paradiso. Il rituale Giapponese Mizuko Kuyo
Jizo e il suo mantello

Onorare Jizo, per i genitori dei bambini morti, è la strada da percorrere per assicurarsi che l’anima del proprio bambino raggiunga il paradiso. Per farlo si usa mettere una statua di Jizo all’interno della propria casa, o più comunemente al cimitero. Queste statue sono vestite utilizzando piccoli vestitini o mantelli ricavati da vestiti per bambini. La tradizione è di una tenerezza che immobilizza.

La tradizione si chiama Mizuko kuyō e significa letteralmente “servizio commemorativo del bambino dell’acqua”.

Jizo protegge i bambini abortiti scortandoli in paradiso. Il rituale Giapponese Mizuko Kuyo
La rappresentazione della torre che i bambini morti costruiscono nell’aldilà per raggiungere il paradiso, tutto sotto la protezione di Jizo

È una tradizione antichissima che ha rivisto la luce in tempi più o meno moderni. Dopo la seconda guerra mondiale infatti il Giappone sprofonda in una crisi economica e sociale davvero difficile. Le adozioni erano un miraggio e la crisi incombeva come un incubo peggio di un cielo cupo giorno e notte. Molti cittadini decisero di limitare la nascita dei figli onde non avere bocche da sfamare in più.

C’è chi in povertà fa figli per avere più forza lavoro e chi ne fa meno per non avere troppe bocche affamate. Popolo che vai, strategia che trovi.

Jizo protegge i bambini abortiti scortandoli in paradiso. Il rituale Giapponese Mizuko Kuyo
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