La cosa che causa più morti nel mondo non è il Covid, né gli incidenti stradali, né i tumori…è l’ignoranza. La malattia più subdola che esista in quanto proprio come un tumore cresce nel corpo con la sola differenza che invece di darti dei dolori, ti solleva dalla coscienza donandoti il famoso stato di beatitudine (la celebre beata ignoranza).
L’esatto contrario dell’essere ignorante, allo stesso tempo, non è sinonimo di salvezza o forza, ma di possibilità. Allegando il discorso alla situazione Covid nel mondo, si evince che qualora non si creda alla pandemia nonostante evidenti situazioni critiche, la migliore scelta non è sicuramente sfidarla in nome di uno slogan lanciato da chi può proteggersi dalle scelte sconsiderate.
Alle vittime innocenti del Covid si aggiungono anche quelle ignoranti. Sono ormai decine i casi di negazionisti che spendono buona parte del tempo a convincere gli altri delle proprie convinzioni, spinti più dalla voglia di non sentirsi da soli in queste convinzioni, che dalle convinzioni stesse.

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Un istruttore di fitness di 33 anni ad esempio è morto di Covid per l’ignoranza, o meglio, per aver ignorato, lo stesso è successo a un uomo di 30 anni che è morto dopo aver contratto il virus ad una festa “No Covid”.
“Iniettatemi il Coronavirus”

Una richiesta provocatoria e insensata quella fatta da un uomo il 5 agosto su Facebook. Residente in Alaska, l’uomo residente in Alaska e super fan di Trump (tanto da esserselo tatuato sul braccio), ha espresso la volontà di essere infettato.

Fortunatamente non viviamo in un mondo tanto cattivo quanto le provocazioni che ospita, altrimenti ognuno andrebbe accontentato nei propri errori e così facendo rimarremmo, col tempo, senza nemico a cui addossare una colpa.
Il tempo però si dice sia tiranno ed è bastato farlo agire per essere spettatori della sua tirannia. Lo stesso soggetto ad aver lanciato la provocazione, qualche mese dopo, contrae davvero il Coronavirus e accortosi della morte col fiato sul collo, decide di scrivere un ultimo post che inneggia, alla fine, a Trump.

Non è stata una questione di ignoranza forse, qui c’entra la libertà di scegliere. La scelta è sacra, come la riflessione, per questo scegliere riflettendo e riflettere scegliendo qualcosa che metta in discussione le proprie convinzioni è sempre la strada migliore.