C’era un tempo dove il messaggio pubblicitario veniva prima della malizia che avrebbe potuto trasmettere. Un tempo che ormai è lontano decine e decine di anni, in tempi talmente remoti dove si potevano promuovere anche prodotti a base di droghe che adesso vengono perseguitate senza pietà.

In questo periodo storico, fatto si di limiti tangibili, nonostante molte cose fossero vietate per legge, la morale e la malizia non vincevano ancora sui messaggi lanciati. Si comunicava in modo forte, naturale e sempre comprensibile, senza troppi raggiri.

Proprio in questo periodo nacque la pubblicità di Nicoletta, la bambola che piangeva se non aveva niente da succhiare.

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Già un titolo così pubblicato oggi provocherebbe talmente tanto rumore che se anche risultasse legale, sarebbe un vero e proprio boomerang per la ditta che deciderebbe di adottarlo, in quanto il moralismo e la malizia vincerebbero a mani basse, divenendo le basi su cui costruire il fallimento delle vendite del prodotto stesso, oltre ad eventuali azioni legali volte a proteggere i consumatori dal demone della libertà di parola nelle pubblicità.

Per questo al giorno d’oggi si preferisce usare messaggi che sappiano di cinema, di frasi quasi eterne, sponsor talmente eterni che durano più del prodotto che pubblicizzano.

Nicoletta, la bambola che piange se non ha niente da succhiare, era prodotta dalla Furga, una ditta di giocattoli che produceva prevalentemente bambole, nata pensate nel 1875 e chiusa nel 1993.

La pubblicità di Nicoletta diceva testualmente:

Nicoletta è bella e simpatica, ma quando ha fame si fa sentire.
Dalle il biberon e vedrai che starà subito zitta e succhierà muovendo le labbra.
Nicoletta è buona e tranquilla, ma qualche volta come tutti i bebè vuole il biberon, e pur di farselo dare piange con tutto il fiato che ha.

Nicoletta bambola succhiare

Il bello è che sembra non essere l’unica a sclerare quando non ha niente da succhiare. Per i più facoltosi era possibile acquistare anche l’amica: Marinella.

"Nicoletta piange quando non ha niente da succhiare". La pubblicità della bambola bisognosa

La ciliegina sulla torta in tutto questo era il messaggio pubblicitario lanciato in allegato, che diceva testualmente: Bambole Furga, il più bel regalo che gli psicologi hanno fatto alle mamme.

Il top praticamente.

Nicoletta bambola succhiare

Per chi si stesse facendo venire il dubbio sappia che la Furga era una fabbrica di bambole serissima (nonostante ad oggi ci si possano vedere un sacco di doppi sensi) come testimonia anche questo spot vintage.

Mi chiedo una cosa, i bambini di allora sognano ancora oggi la stessa cosa?

Una cosa è sicura, oggi viviamo in tempi dove c’è molta più malizia anche se poi, alla fine, per vedere un film hard basta dichiarare di avere più di 18 anni con un semplice click. Fantastico.