Uno dei libri meno conosciuti nonostante la sua diffusione è la Bibbia.
Usata dalla Chiesa come riferimento per spiegare eventi come la creazione, non sempre viene esplorato nelle sue parti più interessanti, come quelle dove Dio decide di ordinare omicidi o affida la salvezza del creato a un uomo capace di ubriacarsi e giacere a terra completamente nudo.
Le cose sono due, o la Bibbia dipinge la realtà meglio di quanto immagini, o per seguire il sacro bisogna per forza abbracciare il profano. Entrambe le teorie vertono comunque su due soluzioni allettanti.
Un passo della Bibbia poco conosciuto è quello dove si narra della volta in cui Noè si ubriacò come un marcione (che tra l’altro Marcione fu un teologo fondatore della dottrina Cristiana definita Marcionismo) e non contento decise di mettere il fiore all’occhiello alla situazione punendo il figlio che lo ha aiutato a riprendersi. Noè, quello dell’arca.

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Ma leggiamo il passo della Bibbia interessato:
Genesi 9,20-27
20 Noè, che era agricoltore, cominciò a piantare la vigna 21 e bevve del vino; s’inebriò e si denudò in mezzo alla sua tenda. 22 Cam, padre di Canaan, vide la nudità di suo padre e andò a dirlo, fuori, ai suoi fratelli. 23 Ma Sem e Iafet presero il suo mantello, se lo misero insieme sulle spalle e, camminando all’indietro, coprirono la nudità del loro padre. Siccome avevano il viso rivolto dalla parte opposta, non videro la nudità del loro padre. 24 Quando Noè si svegliò dalla sua ebbrezza, seppe quello che gli aveva fatto il figlio minore e disse: 25 «Maledetto Canaan! Sia servo dei servi dei suoi fratelli!» 26 Disse ancora: «Benedetto sia il SIGNORE, Dio di Sem; e sia Canaan suo servo! 27 Dio estenda Iafet! e abiti nelle tende di Sem e sia Canaan suo servo!» Fonte.

Ve la immaginate la scena dei figlie di Noè che lo prendono in spalla coprendolo solo da un lato e camminando all’indietro per non far vedere il lato scoperto? Divino, in tutti i sensi.
La Bibbia è il più grande libro di storia mai realizzato, per comprenderlo però bisogna leggerlo personalmente. A conoscerlo solo dalle parole altrui si rischia di non comprenderne il senso storico cucendogli addosso la nomea di libro noioso.
In questo periodo, incuriosito dai fatti nella Bibbia poco conosciuti e bizzarri, sto leggendo un libro che si sta rivelando un ottimo modo di esplorare la Bibbia in modo alternativo. Si tratta de “La Bibbia censurata” di Jacopo Fo.
Una volta ripresosi Noè si arrabbia con il figlio augurandogli di essere lo schiavo degli schiavi dei fratelli. Pesantissimo.
Se la sarà mica presa per la vergogna provata dal figlio per una umana debolezza del padre? Si perché forse in fondo è questo il messaggio Divino più credibile: Dio non è perfetto, come l’uomo. Ci ha creati quindi a sua immagine e somiglianza non nell’aspetto ma nell’essere esseri quasi perfetti. In quel “quasi” staziona tutto ciò che noi chiamiamo male, pensando troppo poco al fatto che è solo un “quasi”.
I racconti del passato servono a capire il futuro, sempre che non arrivi a sapere che forse Gesù è morto a 106 anni in Giappone. Lì è un casino capire il futuro.