La vita è il palco più bello dove godersi la poesia che nasce dalle possibilità.
Oliwia Dabrowska è un nome che non gode di celebrità quanto l’icona della persona che lo possiede. Per tutti lei è la bambina con il cappotto rosso di Schindler’s List, il film capolavoro di Steve Spielberg uscito nei cinema nel 1993. Fu un capolavoro riconosciuto dalla critica e dal pubblico da subito per la sua intensità. Il film racconta la storia di un imprenditore che salvò, rischiando la vita e la carriera, decine di vite di ebrei altresì destinati nei campi di concentramento.

Per chi ha visto Schindler’s List sa che Oliwia Dabrowska in quel film ha una parte iconica, anche se breve, che cambia completamente il destino di Schindler. L’intero film è in bianco e nero, come a rappresentare la mancanza di vita, colore e ragione che fu la triste e orribile Shoah. L’unico colore che si scorge durante l’intero film è il rosso. Non un rosso qualsiasi, ma il rosso del cappotto indossato da una bambina che attraversa la città mentre i soldati tedeschi deportano tutti gli ebrei con la violenza, compresa la sua stessa famiglia.

Più persone ricevono le curiosità più è alta la possibilità che le condividano.
Scegli come seguire Novabbe.com e diventare parte di tutto questo.
Grazie per il tuo sostegno

La bambina cammina quasi come ipnotizzata in mezzo a tutti. I soldati tedeschi è come se non la vedessero, l’innocenza cammina spaventata in mezzo alla violenza e alla perdita di ragione.

Oliwia aveva 3 anni quando interpretò quella parte nel film. Oggi a 32 anni si ritrova di fronte a una guerra vera, di quelle che non si fermano con lo stop gridato al megafono dal regista. La guerra sta bussando alle porte di casa dato che destino vuole che abiti in Polonia e per la precisione vicino al confine Ucraino.
Vista la situazione creatasi dopo l’attacco Russo, ha deciso di mettersi da subito in gioco risvegliano quel messaggio che la vita gli ha donato a 3 anni, quando divenne il simbolo dell’innocenza, della resistenza, della speranza per l’intero mondo.
Insieme alla madre è partita volontaria al confine per dare il suo contributo a chi chiede aiuto. Il suo ruolo, oltre ad aiutare nello smistamento delle forniture di medicine e viveri, è quello di aiutare gli Ucraini a fuggire lontano, accompagnandoli quando hanno bisogno di un mezzo.
Tutto questo lascia riflettere su come la vita spesso sia davvero un film senza mai fine, un libro capace di stupirti anche se pensavi di averne capito la fine, la migliore occasione per riflettere sul senso della propria. Oliwia non sta combattendo una guerra, Oliwia è la stessa icona che fu 29 anni fa, solo che questa volta non indossa un cappotto rosso e non ha tre anni. Sicuramente non fa lo stesso effetto poetico/cinematografico che risvegliò nel film di Spielberg, il senso di ciò che sta facendo è comunque molto simile.
Se sai leggere il senso delle azioni altrui, all’infuori dell’aspetto di chi le compie, saprai andare dove la vita può portarti: sempre oltre.