Immaginate di vedere una persona che comincia a muoversi in uno spazio in modo confuso, sbatte contro i muri e inciampa di continuo. La prima cosa che fareste potrebbe essere quella di accertarvi che ci veda bene, logico. Sappiate che se anche la risposta di questa persona sia positiva, non vuol dire che ci stia vedendo realmente. Il cervello umano è infinito almeno quanto il tempo impiegato a conoscerlo.

Esiste una sindrome in grado di convincerti che ci vedi bene nonostante sei ormai cieco. La sindrome di Anton.

In cosa consiste questa Sindrome? In un inganno creato proprio dal cervello che non accetta in quel momento la cecità. Di fatto il nostro cervello può arrivare a rifiutare, simbolicamente, la cecità portandoci a “vedere” cose che in realtà non esistono (un po come fanno i social con i rapporti sociali fittizi che alimentano) ricostruendo una realtà che va oltre al concetto di virtuale.

La sindrome di Anton è molto rara. Ad oggi i casi contati nella storia sono 28 e tra questi vi sono casi avvenuti già nel 63 d.c. Immaginate con l’ignoranza dei tempi cosa deve essere stato assistere alla scena di una persona evidentemente cieca che è convinta di vedere. Essere additati di semplice pazzia era molto semplice all’epoca come oggi, anche se correnti di pensiero come il sionismo all’epoca e il complottismo moderno fanno sicuramente da cuscinetto al colpo tremendo della consapevolezza.

Più persone ricevono le curiosità più è alta la possibilità che le condividano.

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Diventare ciechi senza accorgersene. Succede davvero, è la sindrome di Anton

I motivi scatenanti della sindrome di Anton possono essere un ictus, sclerosi multipla o un danno cerebrale. Non è detto che questa sindrome non colpisca i più piccoli, nella storia infatti esiste anche un caso di un bambino di sei anni. Come in ogni altro caso, la vera sfortuna è quella che non risparmia nessuno.

La sindrome di Anton fu scoperta per la prima volta nel 1895 da Gabriel Anton dopo averla diagnosticata ad una lattaia di 69 anni il cui danno a entrambi i lobi temporali la lasciò sorda e cieca. Per i medici riconoscere e trattare questa sindrome è un compito arduo in quanto ci si scontra con pazienti che sono convinti di vederci bene.

Curiosità storica, nelle Lettere morali di Seneca a Lucilio del 63 d.C., una donna di nome Harpaste divenne cieca ma chiese di non esserlo, costringendo gli assistenti a sistemare costantemente la stanza perché era “troppo buia”.

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Fonte: iflscience.com