I Giapponesi sono da sempre una civiltà affascinante, capace di cambiare le carte in tema di socialità, affascinando con fatti e usanze uniche al mondo, come ad esempio la festa dell’uomo nudo o il paese che non produce più rifiuti.
In Giappone è avvenuto uno dei furti meno violenti della storia.
Si perché va bene che sono una popolazione particolarmente attenta alla civiltà, al buon vivere e alla convivenza civile e pacifica, ma non dimentichiamo che non sono alieni, rimangono sempre umani. Una umana voglia irresistibile è quella della ricchezza materiale e di questa umana voglia ne siamo tutti, o quasi, vittime. In pratica anche il popolo più buono su questa terra ha qualche cittadino che ama fare le rapine. Cambiano le percentuali di sedicenti rapinatori tra popolo e popolo ma non la sostanza.
Chi ha fatto la rapina più spettacolare in Giappone?
Non si sa, ovviamente. A rendere spettacolare la rapina che sto per descrivervi è stato anche il fatto che ad oggi il colpevole non si è mai trovato. L’importo rubato, senza fare una vittima o sparare un colpo, è stato di 300 milioni di Yen.

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Siamo a Tokyo ed è una giornata più che tranquilla e uggiosa. Il blindato con i valori all’interno sta percorrendo il percorso stabilito senza problemi. D’un tratto dallo specchietto retrovisore vede una motocicletta della Polizia arrivare da dietro a tutta velocità. Il poliziotto affianca il blindato e gli indica di fermarsi. Una volta fermo incita il personale a bordo del blindato a scendere in quanto è stata segnalata una bomba sullo stesso. Per rendere credibile il tutto si abbassa guardando sotto al motore e indica uno strano fumo che sembra uscire dallo stesso.

Tenendo conto della tensione dei conducenti e del fatto che è il 1968 (molti standard di sicurezza e tecnologie ancora dovevano entrare in vigore), gli addetti alla sicurezza scendono subito e seguono le indicazioni incitate del poliziotto che gli dice letteralmente di “correre via” allontanandosi il più possibile.
Qualche giorno prima della rapina l’azienda che si occupava dei trasporti aveva ricevuto delle minacce anonime di attentati con bombe via posta.
Nemmeno il tempo di capire cosa stesse accadendo e gli addetti alla sicurezza si accorgono che qualcosa non va. Si perché una volta allontanati dal blindato, il poliziotto sale sullo stesso, chiude gli sportelli, mette in moto e sparisce. Da quel momento in poi nessuno è riuscito ad avere notizie sulla fine di quel blindato (verrà ritrovato molti giorni dopo vuoto). Il poliziotto era ovviamente finto nonché il solo rapinatore in azione.

Ad oggi non si sa nulla sulla sua identità. Probabilmente si è goduto tutti gli Yen fino alla fine ed è anche morto. Probabilmente.
Questa storia però ha visto anche delle vittime. Una era il figlio di un vero poliziotto in moto accusato di essere l’artefice della rapina. Di fatto morì tre giorni dopo la rapina avvelenandosi. Il padre dimostrò sempre l’innocenza del figlio che, nonostante le indagini scrupolose del caso, non aveva nessun elemento a suo sfavore. Era innocente fino a prova contraria.
La moto usata per il colpo era finta, ovvero non era una vera moto della polizia.